Salone e sicurezza, la nuova normalità

Sono passati diversi mesi dal 18 maggio 2020 data che rimarrà nella memoria perché ha segnato un prima e un dopo, ma soprattutto il riavvio delle attività dopo il lockdown imposto dalle autorità nazionali per fronteggiare la pandemia causata dal Covid-19. Ma come sta andando il comparto? Ecco un rapporto di Cosmetica Italia. Prosegue in sicurezza l’attività dei saloni professionali.

I consumatori si dichiarano rassicurati dalle misure anti Covid-19 implementate in aggiunta alle consuete norme igienico-sanitarie e tornano a frequentare i saloni di fiducia Milano. Un periodo importante in cui il settore ha dimostrato l’efficacia di misure igienico-sanitarie anti-contagio a completamento di altrettanto rigorose norme già abitualmente applicate. Un’attenzione molto alta che ha saputo coniugare la necessità di ripartire con la tutela della salute e della sicurezza di operatori e di clienti, la richiesta di benessere dei cittadini con la riduzione degli impatti sociali. I clienti stessi hanno premiato l’impegno del settore. Secondo recenti rilevazioni (fonte: Beyond Research per L’Oréal, 31 luglio 2020)  per quanto riguarda i saloni di acconciatura la clientela sta gradualmente tornando alle precedenti abitudini. Generalmente viene confermata la preferenza verso il professionista di fiducia, seppur talvolta ancora riducendo l’abituale frequenza.

In particolare, viene riconosciuta la capacità di far sentire il cliente in un ambiente sicuro grazie alle misure adottate e al contingentamento degli ingressi; fattori determinanti che rafforzano la relazione professionista cliente. Per Antonio Stocchi, presidente di Camera Italiana dell’Acconciatura – «La riapertura è stata un momento delicato, ma che abbiamo richiesto con forza alle istituzioni, consci delle nostre capacità e della nostra professionalità. L’abbiamo sentito dire in vari ambiti, con questo virus il rischio zero non esiste; abbiamo però dimostrato di saper rimodulare la nostra attività per continuare a rispondere alla richiesta di benessere da parte dei cittadini nella rigorosa tutela della salute di operatori. Proseguire con rinnovata attenzione in questa direzione sarà il nostro imperativo anche dei prossimi mesi per scongiurare ulteriori chiusure e dare un contributo concreto alla ripresa del Paese».

I numeri parlano chiaro: l’attività di acconciatori e centri estetici genera infatti un volume di affari che supera i 6 miliardi di euro e impiega oltre 263.000 addetti in 130.000 saloni. La categoria degli acconciatori ed estetisti rappresenta (dati Unioncamere) la seconda categoria artigianale nel nostro Paese. L’importanza della riapertura delle attività dopo il lockdown è stata portata all’attenzione delle istituzioni per le ricadute occupazionali, legate alla natura frammentata di un canale costituito in gran parte da piccole imprese, e per il rischio di favorire la nascita e la diffusione dell’esercizio abusivo della professione senza controlli né misure di sicurezza. I saloni professionali si inseriscono inoltre nella più ampia filiera produttiva della cosmesi (il cui fatturato nel 2019 ha toccato i 12 miliardi di euro), coinvolgendo quindi le attività delle numerose imprese che sul territorio nazionale operano nel settore.

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