Cosmetica Italia, per il prossimo triennio, ha nominato Benedetto Lavino come suo presidente, il quale guiderà l’Associazione nazionale delle imprese cosmetiche affiancato da quattro vicepresidenti: Filippo De Caterina (L’Oréal Italia), Fabio Franchina (Framesi), Ambra Martone (ICR – Industrie Cosmetiche Riunite) e Renato Sciarrillo (Procter & Gamble).
In occasione dell’Assemblea dei Soci di Cosmetica Italia il Centro Studi dell’Associazione, lunedì 24 giugno presso Palazzo Giureconsulti a Milano, ha presentato il 56° Rapporto annuale sull’andamento nel mercato cosmetico, dati e previsioni.
Ecco alcuni dati emersi durante la presentazione
Nel 2023 l’industria cosmetica in Italia ha registrato un fatturato di 15,1 miliardi di euro, ed è in crescita del 13,8% rispetto all’anno precedente; le previsioni indicano un’ulteriore crescita del 10% per il 2024. Fattore trainante di crescita è dato dall’esportazioni che nel 2023 hanno superato i 7 miliardi di euro e che rappresentano il 46% del fatturato totale del settore e per il 2024 le stime segnalano ancora un andamento positivo (+12%).
Questi risultati consentono di inquadrare livelli record per la bilancia commerciale (rapporto export-import) che nel 2023 supera i 4 miliardi di euro con una crescita di oltre 870 milioni rispetto al 2022.
Il concetto di cosmetico come bene essenziale è ribadita dall’andamento positivo dei consumi nel mercato italiano che nel 2023 superano quota 12,5 miliardi con un trend positivo del 9,4% sul 2022. In particolare, considerando la ripartizione dei consumi nei canali distributivi, è possibile leggere un’evoluzione delle abitudini di acquisto dei consumatori tra il 2023 e il 2022.
Saloni di acconciatura
L’acconciatura (4,7%) vale 589 milioni di euro. A conferma del recupero emerso già nel corso del 2022, anche il 2023 registra il segno positivo per i saloni di acconciatura che recuperano così i livelli pre-Covid (+0,6% la variazione tra il 2019 e il 2023) e registrano buone dinamiche di crescita nell’ultimo esercizio. Infatti, si evidenzia a fine 2023 una variazione positiva pari a 5 punti percentuali che porta così il valore dei consumi nel canale a quasi 590 milioni di euro.
Si confermano da parte delle imprese gli investimenti su nuove coniugazioni di prodotto, sulla formazione specifica e sulla distribuzione capillare e diversificata; mentre da parte degli acconciatori, in sintonia con la filiera, si registrano sforzi sulla fidelizzazione e rimodulazione dei servizi, anche con maggiore attenzione alla rivendita, soprattutto come strumento qualificato per estendere la fidelizzazione al di fuori del punto vendita. Infatti, è stato il cosiddetto effetto bundle, sia in termini di servizio che di prodotto proposto, a contribuire alla crescita dei fatturati del salone, attraverso la proposta integrata di più trattamenti per singolo scontrino.
Nello specifico, come risultante dell’aumento della frequenza e dello scontrino medio nel salone, la spesa media annua-le per cliente aumenta del 4% tra il 2022 e il 2023: crescita trasversale a tutte le fasce di età, ad eccezione del segmento Millenials, considerando che la spesa media annua per cliente delle over 54 è più che doppia rispetto a quella delle classi 15-34 anni.
Nonostante un calo fisiologico delle frequentazioni, come controreazione allo scenario dettato dal rincaro del costo della vita, i servizi legati alla colorazione hanno risento meno, tra tutti i trattamenti, del calo dei passaggi. La contrazione limitata del fatturato generato dalla colorazione è dovuta dall’effetto congiunto della diminuzione più contenuta dei volumi rispetto agli altri servizi, oltre che dall’aumento più sostenuto del prezzo medio rispetto a taglio e piega. La contrazione ancora più contenuta sul fatturato generato dai trattamenti è, invece, determinato esclusivamente da un aumento significativo del prezzo medio.
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Altri canali di vendita
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La grande distribuzione resta il canale con la quota più consistente dei consumi interni (circa 42%) con un valore che supera i 5,2 miliardi di euro, mentre la profumeria rafforza la seconda posizione (20,2%) per un valore dei consumi di oltre 2,5 miliardi di euro. Al terzo posto troviamo la farmacia (16,7%) con un valore di quasi 2,1 miliardi di euro. L’e-commerce, complice la forte accelerazione impressa a partire dal lockdown, ha più che raddoppiato il proprio valore dal 2019, arrivando a coprire nel 2023 l’8,9% dei consumi cosmetici degli italiani per un valore di 1,1 miliardi di euro. L’erboristeria (3,4%) ha un valore di 423 milioni di euro, le vendite dirette (2,8%), pari a 352 milioni di euro di consumi e l’estetica (1,6%), con 207 milioni di euro. Nel paniere di consumo i prodotti cosmetici per la cura viso (16,4%), la cura corpo (15,1%) e la profumeria alcolica (14%) restano trainanti in termini di peso sul totale degli acquisti nei canali tradizionali. Analizzando invece le variazioni percentuali tra 2023 e 2022, le dinamiche più interessanti si registrano per i prodotti per il trucco viso (+20%) e per il trucco labbra (+14,6%).
Gian Andrea Positano, responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia, nel suo intervento definisce come: «Si consolidano fenomeni trasversali al comparto cosmetico come la digitalizzazione, sia negli investimenti in termini di comunicazione, sia a livello produttivo. Le imprese si muovono anche nell’ottica dell’evoluzione Industria 5.0, che ottimizza, come la più recente Intelligenza Artificiale, processi d’azienda legati alla logistica, al CRM e all’offerta sempre più evoluta di prodotti cosmetici».