
Parrucchieri al lavoro? Sì, ma rafforzando le loro competenze
La metà delle imprese vuole assumere, ma le competenze professionali non sono all’altezza delle aspettative. Questo è il dato che emerge da un’indagine CNA su 2.000 aziende che fotografa il mercato del lavoro. Uno scenario che, in modo sorprendente, ricalca quello già registrato dalla stessa CNA nel 2021.
A fine maggio 2025, la CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa – ha diffuso i risultati di una nuova indagine sullo stato del mercato del lavoro. L’obiettivo? Fare il punto su tre elementi chiave: l’andamento della domanda di lavoro, le difficoltà nel reperire personale qualificato e i canali utilizzati per la selezione.
Lo studio, condotto su un campione di circa 2.000 imprese attraverso un questionario online, restituisce un quadro in chiaroscuro. Da un lato, la volontà diffusa di assumere; dall’altro, la persistente difficoltà a trovare le competenze richieste.
Un’impresa su due vuole assumere
Il dato più rilevante è chiaro: il 50% delle imprese prevede nuove assunzioni nella seconda metà del 2025. Un segnale positivo, che evidenzia una ritrovata fiducia nel futuro e la volontà di investire in capitale umano. Tuttavia, questa spinta occupazionale rischia di restare solo potenziale. Le aziende si scontrano con un problema ormai strutturale: la difficoltà nel trovare personale qualificato. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro continua a rallentare la crescita, soprattutto nelle realtà artigiane, micro e piccole.

Ristorazione, settore che assume di più. I servizi al 32%
Momento felice nel comparto della ristorazione, dove il 70,8% delle imprese dichiara di voler ampliare l’organico. Seguono da vicino i trasporti e la logistica (61,9%) e le autoriparazioni (60,5%). In altri settori dei servizi, invece, la domanda resta più contenuta. Spiccano però i servizi alla persona, tradizionalmente legati all’artigianato, dove il 32,2% delle imprese prevede comunque nuove assunzioni. Un dato inferiore alla media generale, ma significativo per il comparto.
Il nodo da sciogliere: servono più competenze
Le imprese non cercano semplicemente “manodopera”, ma profili con competenze tecniche e professionali ben precise. Qui si apre il vero problema: la formazione non tiene il passo con le esigenze del mercato. Le figure richieste non si trovano facilmente e i canali tradizionali di selezione non sono sempre efficaci. Si passa ancora molto tramite il passaparola.
Complessivamente, ben il 42,1% delle aziende dichiara di affidarsi al cosiddetto “passaparola”, confidando più sull’affidabilità dell’opinione offerta da propri conoscenti — imprenditori, lavoratori, ecc. — che su quella delle istituzioni incaricate di mettere in contatto domanda e offerta di lavoro.
Da rilevare lo scarso utilizzo dei canali pubblici ufficiali, come i centri per l’impiego, usati appena dal 6,8% delle imprese intervistate, e quello ancora troppo limitato rappresentato da scuole, istituti di formazione e università, al 10,7%. Sono indicazioni che generano dubbi sia sull’efficienza degli strumenti pubblici di orientamento al lavoro, sia sull’adeguatezza dell’offerta di formazione e aggiornamento professionale rispetto alle esigenze delle imprese artigiane, micro e piccole.
L’indagine CNA conferma un trend ormai consolidato: le imprese sono pronte ad assumere, ma il sistema non le supporta a dovere. L’incontro tra domanda e offerta di lavoro resta un nodo irrisolto che richiede interventi urgenti. Serve una strategia condivisa tra istituzioni, imprese e sistema formativo per colmare il divario. Ma si può fare!