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Italia in zona arancione: parrucchieri ed estetiste riaprono

Essenziali e sicuri, ecco perché i parrucchieri e i centri estetici devono restare aperti anche in zona rossa, anche per arginare il triste fenomeno del lavoro nero.  Anche Cosmetica Italia ribadisce questa  necessità sostenuta anche da diversi esponenti politici – di consentire l’apertura di parrucchieri ed estetisti in zona rossa.

«Sono numerose le testimonianze di cittadine e cittadini che oggi attendevano con ansia la riapertura di acconciatori ed estetisti nelle zone che hanno ottenuto il passaggio alla fascia arancione. La grande fiducia che le persone ripongono in queste figure professionali (in totale 263.000 addetti per un totale di 130.000 attività in Italia), che fin dallo scorso anno hanno agito nel rispetto della sicurezza grazie all’implementazione delle già severe norme igienico-sanitarie normalmente applicate con protocolli anti-Covid-19 aggiuntivi e il contingentamento degli ingressi, gestiti su appuntamento, è supportata dall’assenza di casi di focolai registrati in questi ambienti», dichiara Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia. L’eliminazione della restrizione e l’apertura di queste attività, non fruibili diversamente in quanto direttamente legate al lavoro degli artigiani che le portano avanti, garantirebbe un presidio sicuro contro l’esercizio abusivo della professione, fenomeno stimolato dalle chiusure imposte a seguito del Dpcm del 2 marzo 2021. «Condividendo con le istituzioni l’obiettivo della salvaguardia della salute pubblica, l’auspicio è che si possa riattivare un tavolo istituzionale che comprenda Cosmetica Italia, le associazioni datoriali rappresentative del comparto artigianale del benessere, Governo e Regioni al fine di promuovere un confronto trasparente su eventuali criticità nell’ambito delle attività del settore, verificare se sussista la necessità di revisione o rafforzamento del protocollo di sicurezza attualmente in vigore, per garantire una stabile riapertura di saloni di acconciatura e centri estetici su tutto il territorio nazionale», conclude il presidente Ancorotti.

 

Barbieri e parrucchieri chiusi in zona rossa: crowdfunding e community come medicina per la crisi

Niccolò Bencini e Michele Callegari fondatori del brand

Parte oggi la zona rossa in molte regioni italiane. E per barbieri e parrucchieri le saracinesche rimarranno abbassate fino al 6 aprile. Il DPCM in vigore dal 6 marzo al 6 aprile ha portato ulteriore modifiche per quanto riguarda l’apertura di parrucchieri e barbieri: tali servizi erano rimasti chiusi nel primo lockdown (marzo-maggio) ma aperti durante la seconda ondata, da novembre in poi ritenuti “essenziali”. Ora, invece, rimarranno chiusi in zona rossa.

Commentano  queste le nuove restrizioni  Michele Callegari e Niccolò Bencini, co-fondatori di Barberino’s, la catena di barbershop con 10 saloni in Italia, e-shop e scuola di barberia.
“La decisione di cambiare nuovamente approccio con riferimento ai servizi di barberia non fa altro che aumentare l’incertezza. Come settore ci siamo attrezzati con investimenti importanti, come ad esempio visiere, distanziamento, pannelli separatori, revisione degli spazi e molto altro. Inoltre, il nostro tipo di servizio non comporta assembramenti essendo soggetto al rapporto 1:1, con un cliente alla volta servito da un operatore. Cambiare idea ora non fa altro che aumentare ulteriormente l’incertezza, rendendo ancora più difficile la programmazione economica, delle assunzioni e degli investimenti. La cosa più importante è che ci sia almeno coerenza nelle decisioni del nuovo Governo. Con le nuove chiusure ci aspettiamo ristori adeguati e non gli ammontari totalmente inadeguati messi sul piatto nel 2020”.

Il brand infatti proprio rispetto ai ristori ha dovuto affrontare una serie di problematiche, condivise da tutta la categoria di barbieri.