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Barbieri e parrucchieri chiusi in zona rossa: crowdfunding e community come medicina per la crisi

Niccolò Bencini e Michele Callegari fondatori del brand

Parte oggi la zona rossa in molte regioni italiane. E per barbieri e parrucchieri le saracinesche rimarranno abbassate fino al 6 aprile. Il DPCM in vigore dal 6 marzo al 6 aprile ha portato ulteriore modifiche per quanto riguarda l’apertura di parrucchieri e barbieri: tali servizi erano rimasti chiusi nel primo lockdown (marzo-maggio) ma aperti durante la seconda ondata, da novembre in poi ritenuti “essenziali”. Ora, invece, rimarranno chiusi in zona rossa.

Commentano  queste le nuove restrizioni  Michele Callegari e Niccolò Bencini, co-fondatori di Barberino’s, la catena di barbershop con 10 saloni in Italia, e-shop e scuola di barberia.
“La decisione di cambiare nuovamente approccio con riferimento ai servizi di barberia non fa altro che aumentare l’incertezza. Come settore ci siamo attrezzati con investimenti importanti, come ad esempio visiere, distanziamento, pannelli separatori, revisione degli spazi e molto altro. Inoltre, il nostro tipo di servizio non comporta assembramenti essendo soggetto al rapporto 1:1, con un cliente alla volta servito da un operatore. Cambiare idea ora non fa altro che aumentare ulteriormente l’incertezza, rendendo ancora più difficile la programmazione economica, delle assunzioni e degli investimenti. La cosa più importante è che ci sia almeno coerenza nelle decisioni del nuovo Governo. Con le nuove chiusure ci aspettiamo ristori adeguati e non gli ammontari totalmente inadeguati messi sul piatto nel 2020”.

Il brand infatti proprio rispetto ai ristori ha dovuto affrontare una serie di problematiche, condivise da tutta la categoria di barbieri.

Parrucchieri chiusi in zona rossa, Cosmetica Italia preoccupata: “a rischio più di 130mila addetti”

Le nuove restrizione che si vedono all’orizzonte diffondono ansia e incertezza e così Cosmetica Italia, Associazione nazionale imprese cosmetiche, esprime forte preoccupazione. Sono ore cruciali, su tavolo ci sono ulteriori limitazioni che potrebbero colpire i canali di vendita di prodotti per l’igiene personale e la cura del sé (grande distribuzione, profumerie, erboristerie, negozi monomarca e specializzati in casa&toelette, farmacie e parafarmacie); queste misure si sommerebbero alle chiusure già in atto nelle zone rosse per saloni di acconciatura ed estetica.

L’interruzione dei servizi di vendita presso questi esercizi costituirebbe un importante ostacolo al reperimento di prodotti di prima necessità per il contrasto della pandemia (saponi e igienizzanti mani), nonché per la protezione, la prevenzione e la cura di sé (es. cosmetici per l’igiene orale, detergenti per il corpo e per i capelli).